Leonart


Il sarcofago in Eternit di PG SLIS continua a far parlare di sé

“Wir rufen nicht die polizei”, il sarcofago di metallo al cui interno giace uno scheletro in eternit, che PG SLIS ha portato alla Biennale di Venezia, continua a catturare l’attenzione dei media.

E’ il caso di Nannimagazine, giornale online generalista, che ha dedicato a PG SLIS un’ampia intervista, raggiungibile a questo indirizzo, nella quale l’artista di Treviso parla della genesi dell’installazione, del messaggio sotteso ad essa e della sua poetica artistica.



Amianto alla Biennale, denuncia condivisa dall’Inail
17 giugno 2011, 16:13
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“Wir rufen nicht die polizei”, ha già scatenato la curiosità di addetti ai lavori e non. PG SLIS ha utilizzato infatti l’eternit, materiale da costruzione tristemente noto per le sue conseguenze sulla salute, per esprimere il suo pensiero sulle cattive intenzioni dell’uomo e la nostra vicinanza ad esse. L’Ansa ha dedicato un lancio all’opera, che in seguito ha catturato l’attenzione dell’Inail, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Ciro Fusco ne ha parlato diffusamente con un articolo pubblicato online su Inail.it (http://bit.ly/m2Ew1U). Secondo l’autore “anche l’arte figurativa denuncia la presenza dell’amianto nella nostra società e ne fa materia di “provocazione per lanciare un monito sulla necessità di intervenire per debellarne gli effetti nefasti e, insieme, metafora di un mondo dove è essenziale ristabilire rapporti migliori fra gli esseri umani”.

E da oggi gli artisti di Leonart dealer sono anche su youtube. Navigando il più popolare sito di condivisione video è possibile entrare in contatto con gli artisti distribuiti e con le iniziative messe in campo da Fabio Anselmi e il suo staff.

Si può, ad esempio, conoscere da vicino “Kopflos!” e “Wir rufen nicht die polizei”, le opere di Ivan Lardschneider e PG SLIS attualmente esposte alla Biennale di Venezia. Le due installazioni sono protagoniste di altrettanti video, realizzati da Agenzia Obiettivo, nei quali vengono messe in risalto le caratteristiche proprie delle opere: l’estrema sintesi formale della scultura in legno di tiglio di Ivan Lardschneider, una critica alla società massificata, contrapposta all’atmosfera cupa e opprimente del “sarcofago” ideato da PG SLIS e al cui interno giace uno scheletro in eternit, monito e paradigma delle cattive intenzioni umane.

Il video di “Kopflos” è raggiungibile al seguente indirizzo web: http://www.youtube.com/watch?v=IwJq0fR0XAw , mentre l’opera di PG SLIS si può vedere a questo indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=euZr5-Nbra4.



Si dice, si ascolta, si spiega. Il video dell’installazione in eternit di PG SLIS
9 giugno 2011, 11:08
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In questo video PG SLIS spiega motivazioni, genesi e rappresentatività di “Wir rufen nicht die polizei”, l’installazione che arricchisce il padiglione arabo – siriano della 54esima Biennale di Venezia.



Alla Biennale un sarcofago di metallo ed eternit e un’unica testa che pensa per tutti
8 giugno 2011, 11:11
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Hanno colpito molto le installazioni di Ivan Lardschneider e PG SLIS, inaugurate venerdì 3 giugno al padiglione nazionale della Repubblica araba siriana, nell’isola di San Servolo, all’interno della 54esima Biennale internazionale di Venezia.

“Wir rufen nicht die polizei” è il nome dell’installazione di PG -SLIS.

L’opera mette in mostra un “sarcofago” di metallo al cui interno, immerso in una vasca piena d’acqua, giace uno scheletro realizzato in eternit. Materiale cancerogeno, messo fuorilegge ma ancora molto presente nei nostri luoghi di vita e di lavoro: un materiale utilizzato come paradigma dei rapporti umani, di come gli errori e le cattive intenzioni dell’uomo si colgano nella vita quotidiana.

L’atmosfera cupa e opprimente viene realizzata attraverso l’inserimento del sarcofago all’interno di una piccolissima stanza buia. Un brano del vangelo, recitato in forma di cantilena e diffuso in maniera ossessiva contribuisce a rendere la visione dell’opera un’esperienza di grande impatto emotivo.

“Kopflos!” (senza testa) è invece il nome della scultura di Ivan Lardschneider.

Realizzata in legno di tiglio, l’opera è una forte critica alla massificazione delle coscienze causata dalla società dei consumi. Un tema molto presente nell’arte contemporanea dell’ultimo secolo, declinata in chiave personale con gusto e capacità di sintesi. Di grande impatto la maestosa testa che campeggia al centro della stanza, elemento centrale dell’opera. Circondata da figure umane decapitate, che si muovono intorno a lei seguendo un percorso dettato da una spirale rossa (altro elemento catalizzatore dell’attenzione e simile alle orbite disegnati dai pianeti intorno al Sole), rappresenta tutto ciò e tutti coloro che con la loro forza persuasiva riescono a imporre alla società cosa fare e cosa pensare.

Senza testa, quindi, è la persona all’interno della società dei consumi, omologata ad un pensiero comune che annulla le differenze e che impedisce all’uomo di realizzarsi compiutamente.



Alla Biennale la massificazione delle coscienze secondo Lardschneider

La «massificazione» è l’opera di spersonalizzazione spirituale e morale dell’individuo come diretta conseguenza della civiltà dei consumi”. Questo dice il vocabolario della lingua italiana “Devoto – Oli”, alla voce “Massificazione”.

E di questo parla Ivan Lardschneider, con il suo caratteristico tratto scultoreo, con “Kopflos!” (senza testa), l’opera che il giovane artista altoatesino ha scelto da presentare e per presentarsi all’interno del padiglione della Repubblica araba siriana, sull’isola di San Servolo, alla 54esima Biennale internazionale d’arte di Venezia.  Continua a leggere



PG – SLIS, alla Biennale la normalità del nostro farsi del male
1 giugno 2011, 15:40
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Significato. Significante. Il materiale utilizzato visto come mezzo, ma anche come fine stesso del messaggio, in un perfetto esempio di arte concettuale.

PG-SLIS alla 54esima Biennale internazionale d’arte porta tutto questo. Un tema di grande impegno, le errate intenzioni dell’uomo contemporaneo, un materiale evocativo, l’Eternit, un titolo che colpisce, “Wir rufen nicht die polizei!” (“non chiamate la polizia!”) e la sua capacità di trasporre in arte l’evoluzione del linguaggio. Continua a leggere



DUE STRANI TIPI…

“Il quindicinale”, periodico edito da OggiTreviso, nel suo ultimo numero mostra in copertina due strani tipi…

Ma soprattutto, parla ampiamente di “Ergo sum – error 5175”, la mostra di PG SLIS allestita a Palazzo Sarcinelli fino al 29 maggio. Una mostra che sta già avendo il meritato successo e che vale la pena visitare davvero. Perché è bella. Bella davvero.



“ERGO SUM – ERROR 5175”, DA SABATO 30 APRILE UN MESE CON PG-SLIS
27 aprile 2011, 14:47
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Un mese insieme, aspettando la Biennale. Mancano poco più di 30 giorni all’apertura ufficiale della 54esima Biennale internazionale d’arte di Venezia. PG-SLIS, ospite del padiglione arabo siriano, ne sarà uno dei protagonisti, ma non occorrerà attendere così tanto per poter gustarsi le opere del geniale artista trevigiano.

Sabato 30 aprile, alle 18 e 30 a Palazzo Sarcinelli di Conegliano si inaugura infatti “Ergo sum – error 5175”, la personale di PG-SLIS curata da Fabio Anselmi, con il patrocinio del Comune di Conegliano e la preziosa collaborazione di Banca della Marca, Krono, Tipolito La Vittoriese. Un ringraziamento particolare a Henge, sponsor anche della Biennale di Venezia.

Ergo sum – error 5175”, che si apre a ridosso della trionfale chiusura della mostra “Il Pane dell’anima”, appena andata in scena a 

Reggio Emilia, sarà aperta per tutto il mese di maggio ed è l’occasione giusta per conoscere o approfondire la carica visionaria e comunicativa di PG SLIS, artista poliedrico che si esprime con la stessa disinvoltura tra pittura, installazioni, video. 

Un autentico “campione” della contemporaneità che nelle sue opere racconta l’uomo, il suo difficile vivere quotidiano e le difficoltà dei rapporti interpersonali, senza tralasciare una dose di salutare denuncia sociale.

 Per offrire tutto questo ai nostri occhi e alla nostra mente, “Ergo sum – error 5175” è aperta da sabato 30 aprile fino al 29 maggio, a Palazzo Sarcinelli, via XX settembre 132 – Conegliano (TV), con i seguenti orari: da martedì a venerdì dalle 15 e 30 alle 19 e 30, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 e 30 alle 19 e 30. Lunedì chiuso. L’ingresso è libero. Per maggiori informazioni è possibile contattare Fabio Anselmi al 328 38 85 554.




PG-SLIS, ALLA BIENNALE INNESCA UN CONFRONTO NOCIVO
22 aprile 2011, 11:24
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La contemporaneità, a cavallo tra Italia e Medio Oriente. Un connubio inconsueto ma capace di produrre stimoli. E’ quello che si realizza quest’anno alla 54esima Biennale internazionale d’arte di Venezia, dove il padiglione nazionale della Repubblica Araba Siriana ospiterà un’installazione di PG-SLIS.

 L’artista porta così all’attenzione del più importante evento artistico internazionale il suo peculiare linguaggio artistico, che gli ha permesso negli ultimi anni di ottenere prestigiosi riscontri e riconoscimenti da parte del mondo culturale contemporaneo.

 L’opera che PG-SLIS ha creato per la Biennale, dal titolo “Wir rufen nicht die polizei!” si basa sull’utilizzo di Eternit, un materiale dichiarato cancerogeno e pericoloso per l’uomo. La materia utilizzata è un pretesto, o meglio, è un mezzo e allo stesso tempo un fine: porre l’attenzione sull’uomo e sulle sue, spesso errate, intenzioni.Ancora oggi, infatti, la vicenda della fabbrica Eternit, dei suoi lavoratori e delle eterne indagini che ancora non hanno assicurato giustizia fa discutere ed è un paradigma di altre storie, altre industrie, altre vite rovinate.

 Un rovesciamento dell’ottica di giustizia ordinaria, forte, senza compromessi e necessaria, per confrontarci con le conseguenze e i rischi delle nostre, umane, decisioni. 



IVAN LARDSCHNEIDER PORTA ALLA BIENNALE LA SUA DENUNCIA SOCIALE

Un matrimonio tra Alto Adige e Medio Oriente. E’ quello che si compie quest’anno alla 54esima Biennale d’arte di Venezia, dove il padiglione nazionale della Siria ospiterà un’installazione di Ivan Lardschneider.

Per il giovane scultore altoatesino, reduce dal grande successo indiano delle sue opere, all’interno della mostra Dadaumpop e già ospite, due anni fa, in un evento ufficiale della 53esima esposizione d’arte veneziana, arriva il giusto compimento di un percorso che lo vede impegnato a raccontare con la materia lignea il mondo che lo circonda e i rapporti sociali in cui si sente inesorabilmente coinvolto. Con ironia, leggerezza quando serve ma anche con grande impegno civile.

 Per questo imperdibile appuntamento veneziano Ivan Lardschneider ha voluto porre l’attenzione ancora una volta sulla debolezza della nostra società contemporanea. Con un’installazione dall’evocativo titolo “Kopflos! (senza testa) la sua ricerca si è focalizzata sulla massificazione delle coscienze e del pensiero, stortura e sinistro perno centrale della mediatizzata società consumistica. L’installazione verrà presentata al padiglione della repubblica Araba Siriana, allestito all’isola di San Servolo.

 Un’installazione che si rifà, stilisticamente, alla poetica scultorea dell’artista altoatesino e che rappresenta e denuncia, con la capacità di sintesi tipica di Lardschneider, la difficoltà (che spesso si trasforma in incapacità) dell’uomo moderno e sociale di elaborare un pensiero proprio, sovrastato com’è da una miriade di input informativi e comunicazionali che, lungi dal donare libertà cognitiva, al contrario annullano le differenze, facendo emergere sempre più spesso figure, oggetti, situazioni carismatiche che impongono la loro visione delle cose.

 Una denuncia, un momento di riflessione, un’opera totalmente e perfettamente contemporanea, che conchiude al meglio un cerchio che unisce la culla della cultura umana, il Medio Oriente, con il legno, la più antica materia maneggiata dall’uomo.